Hakan Günday
Writers festival
Frigoriferi milanesi,
via Piranesi 10
dal 29 al 31 gennaio
Sabato 30 gennaio Hakan Günday, “l’enfant terrible” della
letteratura turca, inizia il suo tour in Italia partendo
da Writers, per presentare il suo nuovo romanzo ANCÓRA - in libreria dal 28 gennaio.
Dopo A con Zeta, con Ancóra Hakan
Günday entra nel tema più scottante della sua terra e del mondo
raccontando, dal punto di vista di un trafficante bambino, il commercio dei
migranti nell’Egeo.
Il magnifico romanzo vincitore del Prix Médicis…Cinquecento pagine che
somigliano a un urlo ininterrotto. Giorgio Fontana, Domenica Il Sole 24
ore
Giovane talento, che usa, santamente, la letteratura come esplosivo, per
mettere a nudo le viscere marce del mondo. Domenico Quirico, Tuttolibri
- La Stampa
SABATO 30 GENNAIO ore 19.30
Hakan Günday in dialogo con Fabio Geda
presenta Ancóra
legge Vincenzo Costantino
Daha, ancóra: è l’unica parola turca che conoscono i migranti clandestini.
Ancóra acqua, ancóra pane, ancóra speranza.
Viaggiano nel cassone di un camion per monti e deserti, verso la costa
turca dell’Egeo. Lì entra in gioco Ahad.
Carica i migranti sul furgone, attraversa il bosco e li nasconde sottoterra, nella cisterna del suo giardino.
Attendono lì, per settimane, sognando la Grecia.
La cisterna è buia e spoglia, la governa un tiranno bambino: Gazâ, il figlio di Ahad.
Cresciuto senza madre tra trafficanti di uomini, ha ricevuto un’unica lezione di vita: sopravvivi. E il suo
cervello è diventato più veloce del suo cuore.
Gazâ è un piccolo genio, sogna di studiare al liceo, all’università. Ma tra lui e i suoi sogni c’è di mezzo
Ahad, padre padrone. È la cisterna, la sua scuola; Gazâ, scienziato in erba, studia il comportamento delle
persone in cattività.
Una notte di pioggia cambia tutto.
Il furgone di Ahad esce di strada, i clandestini muoiono a decine nel precipizio. Gazâ vede l’inferno con
i suoi occhi e non vuole più saperne dell’umanità.
C’è una voce chiara, tuttavia, che lo chiama, dal profondo della sua mente.
È la voce di Cuma, clandestino afgano, amico perduto. Dalle sue mani ha ricevuto l’unico bene al mondo
che gli sia caro: una rana di carta.
Con quell’origami in tasca, sempre tra le dita, con quella voce in testa, Gazâ cerca una via per la rinascita.
Sarà questa rana, verde e salterina, a indicargli la strada.
Il viaggio di un bambino cresciuto troppo in fretta alla ricerca dell’innocenza perduta.
Un romanzo travolgente sulla schiavitù moderna, sulla necessità di sapere, e sperare ancóra, lottare
ancóra.
Hakan Günday, nato a Rodi nel 1976, ha sangue turco
e sguardo europeo. Figlio di diplomatici, cresce
spostandosi da una città all’altra, per poi approdare a
Istanbul, dove adesso vive.
A ventitré anni, invece di varcare il portone
dell’università, comincia a trascorrere le giornate al
caffè di fronte e scrive il suo primo romanzo. Da allora
ne ha scritti otto, diventando in Turchia l’autore che
tutti gli editori vorrebbero pubblicare, perché è un mito
tra i giovani e campione d’incassi in libreria.
Racconta storie a tinte forti con stile vivo e
fulminante, con passione cocente e sensibilità delicata.
Tra incroci inediti di Oriente e Occidente, Hakan
Günday coglie la vita in situazioni estreme,
stagliandosi come una voce nuova e forte dell’Europa
più giovane che cambia. Dopo A con Zeta, celebrato
come miglior libro del 2011 in Turchia e tradotto in
diciannove lingue, Ancóra affronta il tema scottante
dei migranti ed è in corso di pubblicazione in tutto il
mondo. In Francia è stato il caso letterario
dell’autunno 2015 e ha vinto il prestigioso Prix
Médicis.