giovedì 27 febbraio 2014

GIRO DI RUOTA



         Quando Alfredo usciva dallo stabilimento di mobili dove lavorava, erano già le sette di sera. Iniziava al mattino presto e senza quasi fermarsi un momento incollava cassetti e avvitava maniglie. Altre volte, i cassetti e le maniglie, li imballava nei comò che dovevano essere spediti chissà dove per il mondo. All’ora di pranzo tirava fuori la “schiscetta” che gli aveva preparato la moglie. La fragranza che si sprigionava era un odore stantio di cavolfiore bollito o di altre verdure. Ogni tanto era una sorpresa trovarci mischiato alla brodaglia un bel pezzo di lesso che lo faceva felice come un bambino. Alla fine del pranzo si beveva un caffè della macchinetta automatica. Quattro chiacchiere coi colleghi sul campionato di calcio, una sigaretta, e via, di nuovo a incollare e avvitare fino al suono della sirena.

venerdì 21 febbraio 2014

L'IMPUNITO DI VILLARBASSE (primo premio al concorso "Leggére Parole" della biblioteca di Sirone nel 2010)


Il 20 novembre del 1980, a trentacinque anni esatti dal giorno in cui la banda dei siciliani assassinò senza pietà dieci persone e ne occultò i cadaveri in una cisterna della Cascina Simonetto a Villarbasse, il Campo 1, del cimitero monumentale di Torino, è stato smantellato. Ora vi chiederete cosa c'entra  lo smantellamento di una porzione di cimitero, con uno dei più sanguinosi fatti di cronaca accaduti subito dopo la guerra? C’entra eccome! perché nel Campo 1 furono sepolti i resti di tre, dei quattro assassini, che compirono quei delitti.
Di Giovanni Puleo, Francesco La Barbera e Giovanni D’Ignoti, al novembre del 1980, non era rimasto che qualche brandello di stoffa attaccato a quattro miserabili ossa. I tre furono fucilati il 4 marzo del 1947, furono anche gli ultimi civili, nella storia d’Italia, che pagarono con la vita i crimini che avevano commesso.
Non ho potuto vedere quei resti quando furono esumati, ero ancora un bambino, e la storia che ora mi accingo a raccontare ha dei risvolti inediti che non sono mai stati rivelati.
Non ho prove documentarie che stabiliscano la veridicità dei fatti, ma mi sono sempre fidato della persona che mi ha messo a parte di questo segreto. Una persona fidata, un giornalista che non ha fatto carriera e che se avesse avuto una qualche fama, quella fama, quella notorietà, l'avrebbe senza dubbio dovuta ricondurre a questa storia.
I.B.

martedì 18 febbraio 2014

E' triste...



E’ triste spegnersi
senza una speranza partorita
senza un’illusione minima
senza un baluginare di candela

domenica 16 febbraio 2014

EXTRA un racconto di Michele Amedeo



Osservo il vecchio. Ha le palpebre chiuse. L’espressione è rilassata, ma non è sufficiente a distendere le profonde rughe che solcano il viso. Gli angoli della bocca sono grinzosi, le guance incavate, gli zigomi sporgenti. Tutto mostra I segni inesorabili del tempo, le labbra accennano un lieve sorriso di soddisfazione, di pace con se stessi. Il collo è singolare, si presenta liscio, non intaccato dall’età, come se non appartenesse a quel corpo, ma fosse stato aggiunto successivamente, a sostituire un pezzo difettoso.

mercoledì 12 febbraio 2014

ARMENTO

Questi versi liberi sono il frutto dell'ispirazione di lontani ricordi. Ricordi che ahimè potrebbero risultare fallaci nella realtà, ma che hanno impresso nel cuore, prima ancora che nella memoria, una forte immagine rimasta immutata nel tempo...
I.B.



Su per la collina è Armento.
Presepe di case e vicoli
di muli e capre.

mercoledì 5 febbraio 2014

ODISSEA COLLINARE di Michele Amedeo

Per la prima volta viene pubblicato su questo blog un contributo esterno. Speriamo sia il primo di una lunga serie. "Odissea Collinare" è un breve racconto alla Lansdale pieno di sarcasmo con un tocco di horror.
I.B.




Fermati! gridò la moglie.

Il marito inchiodò in mezzo alla strada che serpeggiava tra le colline “Che c’è ?” chiese confuso.

Che c’è ? Lo vedi quel cartello laggiù ?”

Lui parve non capire. “C’è scritto Poggio Peggio”.