Quando Alfredo usciva dallo stabilimento di mobili dove lavorava, erano
già le sette di sera. Iniziava al mattino presto e senza quasi fermarsi un
momento incollava cassetti e avvitava maniglie. Altre volte, i cassetti e le
maniglie, li imballava nei comò che dovevano essere spediti chissà dove per
il mondo. All’ora di pranzo tirava fuori la “schiscetta” che gli aveva
preparato la moglie. La fragranza che si sprigionava era un odore stantio di
cavolfiore bollito o di altre verdure. Ogni tanto era una sorpresa trovarci
mischiato alla brodaglia un bel pezzo di lesso che lo faceva felice come un
bambino. Alla fine del pranzo si beveva un caffè della macchinetta automatica.
Quattro chiacchiere coi colleghi sul campionato di calcio, una sigaretta, e
via, di nuovo a incollare e avvitare fino al suono della sirena.
giovedì 27 febbraio 2014
venerdì 21 febbraio 2014
L'IMPUNITO DI VILLARBASSE (primo premio al concorso "Leggére Parole" della biblioteca di Sirone nel 2010)
Il 20 novembre
del 1980, a
trentacinque anni esatti dal giorno in cui la banda dei siciliani assassinò
senza pietà dieci persone e ne occultò i cadaveri in una cisterna della Cascina
Simonetto a Villarbasse, il Campo 1, del cimitero monumentale di Torino, è
stato smantellato. Ora vi chiederete cosa c'entra lo smantellamento di una porzione di
cimitero, con uno dei più sanguinosi fatti di cronaca accaduti subito dopo la
guerra? C’entra eccome! perché nel Campo 1 furono sepolti i resti di tre, dei
quattro assassini, che compirono quei delitti.
Di
Giovanni Puleo, Francesco La Barbera e Giovanni D’Ignoti, al novembre del 1980,
non era rimasto che qualche brandello di stoffa attaccato a quattro miserabili
ossa. I tre furono fucilati il 4 marzo del 1947, furono anche gli ultimi
civili, nella storia d’Italia, che pagarono con la vita i crimini che avevano
commesso.
Non ho potuto vedere quei resti quando furono
esumati, ero ancora un bambino, e la storia che ora mi accingo a raccontare ha
dei risvolti inediti che non sono mai stati rivelati.
Non ho prove documentarie che stabiliscano la
veridicità dei fatti, ma mi sono sempre fidato della persona che mi ha messo a
parte di questo segreto. Una persona fidata, un giornalista che non ha fatto
carriera e che se avesse avuto una qualche fama, quella fama, quella notorietà,
l'avrebbe senza dubbio dovuta ricondurre a questa storia.
I.B.martedì 18 febbraio 2014
E' triste...
E’ triste spegnersi
senza una speranza partoritasenza un’illusione minima
senza un baluginare di candela
domenica 16 febbraio 2014
EXTRA un racconto di Michele Amedeo
Osservo il vecchio.
Ha le palpebre chiuse. L’espressione è rilassata, ma non è sufficiente a
distendere le profonde rughe che solcano il viso. Gli angoli della bocca sono grinzosi, le
guance incavate, gli zigomi sporgenti. Tutto mostra I segni inesorabili del tempo, le labbra
accennano un lieve sorriso di soddisfazione, di pace con se stessi. Il collo è singolare,
si presenta liscio, non intaccato dall’età, come se non appartenesse a quel corpo, ma
fosse stato aggiunto successivamente, a sostituire un pezzo difettoso.
mercoledì 12 febbraio 2014
ARMENTO
Questi versi liberi sono il frutto dell'ispirazione di lontani ricordi. Ricordi che ahimè potrebbero risultare fallaci nella realtà, ma che hanno impresso nel cuore, prima ancora che nella memoria, una forte immagine rimasta immutata nel tempo...
I.B.
Su per la collina è Armento.
di muli e capre.
mercoledì 5 febbraio 2014
ODISSEA COLLINARE di Michele Amedeo
Per la prima volta viene pubblicato su questo blog un contributo esterno. Speriamo sia il primo di una lunga serie. "Odissea Collinare" è un breve racconto alla Lansdale pieno di sarcasmo con un tocco di horror.
I.B.
I.B.
Fermati!
gridò la moglie.
Il
marito inchiodò in mezzo alla strada che serpeggiava tra le colline “Che c’è ?”
chiese confuso.
“Che
c’è ? Lo vedi quel cartello laggiù ?”
Lui
parve non capire. “C’è scritto Poggio Peggio”.
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