venerdì 28 marzo 2014

AUTOREVERSE


    Durante tutto il tragitto l’autoradio aveva urlato le canzoni di Lucio Battisti. Fuori pioveva. Era buio. Massimiliano ci dava dentro con il pedale dell’acceleratore e con la leva del cambio. La musica troppo alta sovrastava il rumore del motore che veniva spesso messo sotto sforzo. Con la mano destra stringeva la calibro ventidue del padre gioielliere, per terra, sul pianale, gli sbatteva fra i piedi una bottiglia vuota di Chivas Regal. Cantava.

martedì 18 marzo 2014

CLOCHARD



Fa un freddo cane. Nicola lo sente che gli morde le ossa da dentro e non può farci niente. Il cappotto logoro che gli hanno regalato i volontari della Caritas non basta a tenerlo al riparo dall'aria gelida dell'inverno.

venerdì 14 marzo 2014

TU MI UCCIDERAI un racconto di Michele Amedeo




Tu mi ucciderai. È scritto su questo pavimento di nuda terra, su queste assi scheggiate dai cui interstizi filtrano i raggi di un sole morente. È scritto nelle stelle. Doveva andare così l’ho capito fin dal primo istante in cui ti ho visto. Accosto l’occhio a una fessura e scruto la boscaglia che circonda il mio ultimo rifugio. Un angosciante muro verde. Resto fermo per alcuni minuti. Niente sembra turbare l’immobilità di quel mondo selvaggio.

lunedì 10 marzo 2014

RIACENDO, RISPENGO




Ho il culo appiattito a furia di stare seduto sul divano senza avere la minima voglia di fare un cazzo. Accanto a me uno strumento terribile  che  è però anche una panacea per ogni mente affetta da artrite intellettuale, il telecomando del televisore. Svaccato e insofferente cambio continuamente canale alla ricerca di qualcosa che possa essere vagamente, non dirò interessante, ma semplicemente curiosa.

venerdì 7 marzo 2014

PERDERSI UN PO'




Di tutta la fatica fatta per raggiungere la cima, non gli restava altro che la soddisfazione di esserci riuscito. La spossatezza, a quell’ora tarda del pomeriggio, cominciava a farsi sentire nei muscoli e nelle ossa. Ogni tanto, mentre procedeva sulla via del ritorno, i crampi gli mordevano i polpacci rubizzi e nudi, e per questa ragione era stato più volte costretto a fermarsi per distenderli prima di poter continuare sul sentiero.