fermiamoci
un momento
e scrutiamo
oltrepiù dentro
più nel fondo dell’umanità
nella solitudine delle folla
Alla stazione del treno, seduta sulla panchina, la ragazza attendeva
tranquilla il chiudersi delle barriere. Il dindondare del campanello che annunciava
la fermata. Nulla sembrava turbarla. Una calma tutta orientale era disegnata
sul suo bel viso asiatico, un viso che accoglieva, sereno, il sole caldo di una
primavera frettolosa. Bella e giovane, poteva forse avere vent’anni. La osservai
da lontano, ancora prima di salire sulla carrozza, poi la guardai più da vicino, quando anche
lei si sedette sul sedile di fronte al mio.