lunedì 4 gennaio 2016

La verità nei libri... da "Occidente per principianti" di Nicola Lagioia

Nei giorni scorsi mi sono addentrato fra gli scaffali di una biblioteca della mia zona alla ricerca di qualche libro da sfogliare e col quale passare qualche piacevole ora. Ero partito da casa con il desiderio di recuperare il primo volume della trilogia di Knausgard "La morte del padre", ma il libro era in prestito. Ho optato allora per la "Ferocia" di Nicola Lagioia, premio Strega nel 2015. Ma il romanzo non c'era proprio. Di Nicola Lagioia ho però trovato "Occidente per principianti", romanzo uscito nel 2004 e ambientato nel 2001. "Va beh!" Mi sono detto "Lo prendo". La scrittura di Lagioia è interessante, ma non la definirei propriamente scorrevole. E' capace di tenerti incollato a una pagina come se fossi stato spalmato di coccoina, mentre la pagina dopo hai più voglia di fare la fila in posta il giorno della consegna delle pensioni piuttosto che andare avanti nella lettura.
In realtà Nicola Lagioia è uno scrittore erudito, e forse noi non siamo più abituati a leggere libri la cui comprensione necessità di una concentrazione più da primate che da pesce rosso. Fatta questa breve digressione, sono convinto che i buoni libri - "Occidente per principianti" è un buon libro - hanno sempre qualche verità da sbatterti in faccia. Sono un po' uno specchio che riflettono ciò che sentiamo e siamo, ma che non siamo stati capaci di vedere e spiegare. Ecco perché qui sotto vi propongo un brano del libro. Credo che quelli della mia generazione, che è anche quella di Lagioia, siano i più attrezzati a comprenderlo. 





2 commenti:

  1. Non fa per me. E poi, se devo essere sincero, diffido di coloro che scrivono in modo estremamente originale o peggio ancora complicato quando si tratta di narrativa. La complessità espressiva è quasi una necessità per il filosofo, e una seconda natura per il genio che con la sua arte apre strade nuove. Tutti gli altri, per me, rimangono in odore di imbroglio: o sono snob, o non sanno scrivere. Comunque è una mia impressione.

    Giuseppe Novellino

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    1. Sono abbastanza d'accordo con questa disamina. Il libro di Nicola Lagioia non sono riuscito a finirlo, ci ho provato spingendomi oltre la soglia della metà, poi sono affogato. Tuttavia aveva del potenziale e forse, mi sono detto, non sono sufficientemente attrezzato intellettualmente. Ma se un libro non va giù non va... diventa una zavorra.

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