Buona lettura
i.b.
IL GIGANTE
Il gigante rientra a casa con passi tristi della vita
rabbiosa. Il gigante ha una moglie, che considera meno di un essere umano,
esiste, ma non sa bene a quale fine. La moglie non rientra nei piani del gigante. La moglie fa
irritare il gigante. Il gigante si sente preso in giro, essere preso in gioco
proprio da quell’essere inutile e ripugnante che è la sua consorte, “ deve
fargliela pagare”, pensa tra sé e sé. Non c’è una ragione valida per tutto ciò,
è il gigante senza ragione.
Riflette giusto pochi secondi. Non si accontenta di
distruggere lei, soprattutto vuole distruggere tutti i suoi oggetti, tutte le
cose a cui lei tiene molto, per primo il suo amuleto che tiene sempre al collo,
tranne in pochi momenti, come quando è a cena.
Così poco prima di cena, quando l’amuleto era riposto sul
comò della consorte e lei si trovava seduta lì accanto, lui le si avvicina con
ferocia: “Su dammi il tuo amuleto, adesso!”, lei spaventata e intimorita non
può fare a meno che obbedire.
Proprio quando avviene la scena le due figlie entrano
nella stanza, avendo sentito delle voci, si chiedono il perché di tutto.
Il gigante, in pochi secondi si trova dall’altra parte
della casa, adesso il suo unico pensiero è distruggere l’amuleto, il più
importante oggetto della moglie, l’unico ricordo dei suoi genitori, ormai
defunti.
L’amuleto è fatto di un materiale molto resistente, il
porfirio bluastro, il gigante cerca un martello molto pesante, il migliore che
ha in casa. Trovatolo, pone l’amuleto sul suo tavolino basso e inizia a battere
contro l’amuleto, Toc, tac, tuc, toc,
così prosegue imperterrito a lungo, ancora Tic,
toc, tuc, fino a quando dell’amuleto non rimane più nulla. I suoi colpi
tuonano sonanti come i colpi dei fulmini di una tempesta di fine agosto.
La moglie e le due figlie sono rimaste nella stanza della
madre e hanno ascoltato timorate il
suono rimbombare nelle loro orecchie. Il tempo si è fermato per sempre per
alcuni istanti. Il tempo si ferma per loro, ma il gigante prosegue, per lui non
esiste futuro o presente, ma solo
passato.
Dopo aver distrutto l’amuleto in numerosi pezzi, il
gigante li raccoglie con perfidia in un fazzoletto di stoffa. Con il pezzo
bianco torna dalla moglie, protetta dalle braccia delle due figlie, con fare violento urla. “Cosa
fai, piangi? Non fare la bambina! Ecco quello che rimane del tuo amuleto!
Questo è quello che ti meriti e questa sarà
la tua fine!”.
Nessuno prova a rispondere a tali dure parole.
Il gigante dimentica. La moglie e le figlie no
La semplicità con cui è scritto questo racconto (una semplicità che definirei quasi naif) non nasconde la profondità dell'insegnamento. Anzi, direi che colpisce per questa sua diretta e scarna narrazione, che alla fine risulta efficace.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino
La ringrazio molto signor Novellino per le belle parole per il mio racconto.
EliminaIl Vostro racconto raccoglie in sé tutta l'essenza della fragilità umana e dimostra come un punto di vista introspettivo possa essere l'unico modo per rappresentare la crudità dei fatti che solo chi ha vissuto vicende simili può coglierne appieno l'essenza.
RispondiEliminaPasquale Baudaffi