giovedì 1 ottobre 2015

Lettura consigliata: "Lo sguardo delle femmine" di Gaetano Neri

Alle volte inciampiamo nei libri per puro caso, e quando succede, quella che avremmo a priori giudicato essere una distrazione, diventa una piacevole sorpresa. A me, che sono davvero molto distratto, capita spesso di incappare in situazioni del genere. Quando avviene di solito rientro a casa con una sporta di libri sotto il braccio e nel momento stesso in cui sto per aprire la porta mi rendo conto che dovrò affrontare la mia dolce metà. Non è che lei, la mia dolcemetà, sia contro i libri, anzi, li adora e li divora anche più di me, ciò che le fa andare la mosca al naso è il fatto che ogni volta spendo un capitale per volumi che vanno ad accatastarsi nella libreria del soggiorno in ordine sparso.
E' in questo modo che mi sono imbattuto nel libro di Gaetano Neri "Lo sguardo delle femmine", edito da la "Vita Felice". Ero a zonzo in una via storica di una piccola, ma ben'organizzata e soprattutto produttiva, cittadina del comasco, quando vengo preso all'amo dal ragazzo di una bancarella. 
Mi convince a scegliere dei libri, ne sfoglio alcuni, poi prendo in mano questo libro arancione che propone in copertina un graffito che non si capisce bene cosa rappresenti: una papera con due teste? delle tartarughe sudamericane sotto un poncho? Boh!  

Fatto sta che mi incuriosisce e ancora di più mi incuriosisce la foto del suo autore stampata sulla bandella della quarta di copertina. E' un anziano e distinto signore, dal sorriso enigmatico. Uno di quelli che puoi incontrare sui cantieri pubblici e che sembrano dirigere i lavori, mentre non c'entrano nulla con gli operai i quali, a dire la verità, si sentono un po' sotto esame... Chissà, pensano, forse quel signore è un ingegnere... 
Il libro lo compro e lo leggo. Lo trovo bello, divertente, surreale, malinconico, poetico... E poi è scritto bene e il protagonista, Luigi Perbenino, è uno squilibrato perfezionista. Un funambolo che si esibisce al circo della vita.

La maestra gli diceva: «Bravo Luigi, sei un bambino molto ordinato». Lui chiudeva gli occhi e si teneva con due dita al bordo della cattedra. Dopo l’orgasmo infantile mostrava ai compagni curiosi l’astuccio bene aperto dove tra penne, biro, righelli e compasso, dodici matite erano infilate secondo le sfumature dell’iride e avevano la medesima lunghezza. «Come fai» gli chiedevano «tu che hai sempre in mano la rossa e la blu.»
«Semplicemente, tutti i giorni accorcio le altre.»

Citazione pagina 8 "Lo sguardo delle femmine"



http://www.lavitafelice.it/scheda-libro/gaetano-neri/lo-sguardo-delle-femmine-9788877996428-237777.html


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