mercoledì 21 ottobre 2015

XXI secolo, il futuro è domani.

"Il suo lavoro era semplice e impossibile, e continuava a riuscirci anche quando tutti gli altri avevano rinunciato. Forse, vendeva una salvezza facilmente comprensibile, a portata di mano: una forza liquida e limpida di amore. Lo scambio, tutto sommato, era equo." 


Ho aperto a caso il romanzo di Paolo Zardi, "XXI secolo", pubblicato da Neo. Edizioni, e sono finito a pagina 91. Non sapevo da che parte iniziare a scrivere questa recensione così ho optato per un metodo un po' vigliacco come quello che praticavano gli insegnanti che ho avuto a scuola quando dovevano interrogare. Ho lasciato che fosse una coincidenza qualsiasi l'incipit di questa pagina. La citazione, anche se non ha meritato la quarta di copertina, è abbastanza rappresentativa dell'intera poetica di questo libro. Si tratta di un un romanzo distopico, ambientato in un futuro ormai prossimo. Un futuro che è già domani. E domani è l'inizio della fine. Una fine che non arriva con gli squilli di tromba dell'Apocalisse e neppure con le deflagrazioni di ordigni nucleari. La fine è una società che si sbriciola, la mattina, come un frollino nel caffelatte. Zardi racconta una società finita ormai su un piano inclinato, ma è una società che conosciamo bene perché è quella in cui agiamo oggi.
In The Road McCarthy picchia duro fin dalle primissime battute. La sua è una durezza piena di angoscia che finisce tutta sulle spalle del protagonista del suo romanzo che è un padre in cerca di un qualsiasi futuro per il proprio figlio. In XXI secolo il mondo non è ancora in balia dei cannibali descritti dallo scrittore americano, anche se sono in attesa dietro l'angolo pronti a infilarti su una graticola non appena la corrente se ne va.
Anche nel romanzo di Zardi il protagonista è un marito e un padre che cerca di proteggere con tutte le forze che ha la sua famiglia. Lo fa cercando di continuare a vivere una vita che sta svanendo, continuando a vendere depuratori per l'acqua potabile. Va avanti a venderli nonostante il dramma che lo ha colpito, quello di una moglie che cade in coma fin dalla prima pagina: "Sua moglie era entrata in coma nel tardo pomeriggio di un giovedì di marzo, mentre lui era fuori e i figli stavano tornando da scuola". E la moglie in coma, forse una sorta di allegoria di un Occidente che s'è addormentato e che non sembra essere in grado di risvegliarsi, è una costante evocazione: il nucleo che sbatte contro un altro nucleo e che fonde gli atomi di un amore imploso nella routine del matrimonio. 
Il protagonista di Zardi, dovrà presto fare i conti con questa implosione che lui non era mai riuscito a vedere e che gli si rivela solo quando, fortuitamente, scoprirà che la donna che ha sempre amato lo tradiva. A questo punto la lotta diventa duplice e il venditore di depuratori continuerà a resistere ai costanti e irreversibili cambiamenti che lo circondano, ma dovrà anche combattere per tenere insieme i frammenti di un sentimento che, nonostante tutto, non vuole far tramontare.
XXI secolo è anche scritto bene, nessuna pagina è superflua e la finale del Premio Strega è stata ampiamente meritata. 


Paolo Zardi, nato a Padova nel 1970, ingegnere, sposato, due figli, ha esordito nel 2008 con un racconto nell’antologia Giovani cosmetici (Sartorio). Successivamente ha pubblicato le raccolte di racconti Antropometria (Neo Edizioni, 2010) e Il giorno che diventammo umani (Neo Edizioni, 2013), spingendo molti a definirlo il miglior scrittore italiano di racconti vivente. Suoi il romanzo La felicità esiste (Alet, 2012) e il romanzo breve Il Signor Bovary (Intermezzi, 2014). Ha partecipato a diverse raccolte di racconti (Caratteri Mobili, Piano B, Ratio et Revelatio, Hacca, Psiconline, Galaad, Neo Edizioni) e suoi racconti sono stati pubblicati su Primo Amore, Rivista Inutile e nella rivista Nuovi Argomenti. È il primo autore italiano ad essere stato tradotto e pubblicato dalla rivista Lunch Ticket dell’Università di Antioch (Los Angeles) con il racconto “Sei minuti” in Antropometria, con la traduzione di Matilde Colarossi. Cura il seguitissimo blog grafemi.wordpress.com.



Interviste: 
Rai letteratura 1/2
Rai letteratura 2/2




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